Cos’è l’IBAN e qual’è la sua composizione?

L’International Bank Account Number, o codice IBAN, è un codice univoco necessario per effettuare pagamenti in Italia e all’estero. Caratterizzato da una sequenza di numeri e lettere, è indispensabile per verificare sia il conto corrente sia la banca presso la quale è stato attivato. Grazie a questo codice privati, professionisti e imprese possono inviare in tutta sicurezza pagamenti via bonifico non solo in Italia o in Europa ma anche nel resto del mondo. In questo articolo vi spiegheremo cos’è, come è composto e soprattutto se possiamo comunicarlo a terzi senza il timore di incorrere in truffe e raggiri.

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Cos’è il codice IBAN?

Il codice IBAN è una sequenza alfanumerica introdotta per identificare in maniera univoca ogni conto bancario. Fino a qualche anno fa, i conti correnti erano identificabili tramite l’ABI, il CAB e il CIN. Queste sigle non sono scomparse ma sono state inserite all’interno all’IBAN che, come vedremo, in Italia è composto da 27 caratteri, ognuno dei quali fornisce un’informazione diversa.

La sua composizione non è arbitraria o a discrezione delle singole nazioni ma si basa sulle indicazioni emanate dall’European Committee for Banking Standards (ECBS). L’introduzione del codice IBAN è stata di vitale importanza per tutti i paesi appartenenti all’area Euro. Nel febbraio del 2014 infatti venne alla luce il cosiddetto progetto SEPA che consentiva alle diverse nazioni europee di effettuare pagamenti in euro alle stesse condizioni. L’ambito geografico di tale progetto comprendeva non solo i 28 stati membri dell’Unione Europea ma anche la Svizzera, il Liechtenstein, San Marino, la Norvegia, l’Islanda e il Principato di Monaco.

A che cose serve il codice IBAN?

L’IBAN è necessario per effettuare bonifici in Italia o all’estero a favore di un altro soggetto: la sequenza infatti consente di identificare con precisione il conto sul quale accreditare una determinata somma di denaro. Tutto quello che dobbiamo fare è inserire negli spazi appositi il codice alfanumerico, insieme alla causale del versamento e ai dati necessari a identificare il beneficiario del bonifico stesso. Questo codice inoltre è indispensabile per effettuare tutte le operazioni di home banking senza recarsi fisicamente presso lo sportello del proprio istituto bancario.

L’IBAN è necessario per effettuare la domiciliazione delle utenze domestiche come gas, luce e telefono ma serve anche per ricevere l’accredito, direttamente sul conto, di stipendio o pensione. L’utente non deve richiedere il codice IBAN in quanto viene fornito nei documenti che la banca rilascia al momento dell’apertura del conto corrente.

È possibile avere un codice IBAN senza aprire un conto corrente?

L’IBAN, come abbiamo visto, serve per effettuare numerose operazioni bancarie. In alcuni casi però l’utente, pur avendo la necessità di entrare in possesso di questo codice, non vuole aprire un conto corrente. In questo caso, l’unico modo per ricevere la sequenza alfanumerica, è richiedere una carta conto ovvero una carta di credito che sostituisce il conto bancario o postale e con la quale è possibile ricevere l’accredito dello stipendio o della pensione e ricevere ed effettuare pagamenti. Da un punto di vista strettamente pratico, sono carte di credito ricaricabili alle quali è associato un codice IBAN univoco.

Codice IBAN: come è composto?

Ogni carattere del codice IBAN contiene un’informazione precisa. Le due lettere che troviamo all’inizio del codice alfanumerico indicano il paese di provenienza del conto: IT sta per Italia, FR per Francia oppure DE per Germania e così via. Le successive due cifre sono quelle che, in gergo, sono chiamate check number ovvero una chiave di controllo del conto. A seguire troviamo il CIN, Control Internal Number, costituito da una sola lettera e necessario per verificare che i successivi caratteri siano scritti correttamente. A questo punto il codice IBAN continua con l’ABI, una sequenza di 5 numeri che indicano l’istituto bancario e con altre 5 cifre che identificano il CAB, la sequenza che individua la filiale specifica dove l’utente ha il conto. Le restanti cifre dell’IBAN invece identificano il conto corrente specifico.

Come si scrive il codice IBAN?

Dal 2008 il codice IBAN è obbligatorio per effettuare numerosi pagamenti in Italia e all’estero e per questo motivo è indispensabile indicarlo correttamente, gli errori però sono sempre dietro l’angolo. Per non sbagliare occorre distinguere tra la trascrizione elettronica dell’IBAN e quella cartacea. Nel primo caso l’intera sequenza numerica deve essere riportata senza spazi. Nel secondo invece, quando ad esempio ci troviamo a dover compilare un modulo cartaceo, l’IBAN viene trascritto lasciando uno spazio ogni quattro caratteri.

Dove si trova il codice IBAN?

Reperire il codice IBAN è molto semplice. Tutto quello che dobbiamo fare è consultare la prima pagina dell’estratto conto cartaceo oppure collegarci con l’Area Clienti della banca nella quale abbiamo il conto e inserire le credenziali d’accesso.

In alternativa, ma è un’eventualità da considerare come “ultima spiaggia”, è possibile recuperare la sequenza utilizzando uno dei tanti calcolatori di IBAN online. Trovarli non è difficile, basta inserire la keyword di ricerca su Google e scegliere tra i tanti risultati riportati in prima pagina. Vi ricordiamo però che per ricavare la sequenza sarà necessario inserire alcuni dati molto importanti come il numero di conto corrente, l’ABI e il CAB.

È pericoloso comunicare il proprio codice IBAN?

Spesso ci si chiede se fornire il proprio codice IBAN sia un’azione sicura oppure soggetta a truffe e raggiri. Sgombriamo il campo da qualsiasi dubbio: l’IBAN serve per effettuare pagamenti a favore dell’intestatario di un conto e non per compiere addebiti. Questo vuol dire che nessuno potrà mai, a nostra insaputa, ritirare o trasferire denaro dal nostro conto.

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